
Queste le parole di Enrica, che non vede l’ora di ricominciare.
Quella che sta per iniziare è la tua quinta stagione a Broni. L’Oltrepo può oramai considerarsi la tua seconda casa?
“Direi proprio di sì. Non tanto per gli anni, ma per quello che la gente mi ha fatto sentire da quando sono arrivata: l’affetto e il calore mi fanno dire che qui mi sento a casa. È un’emozione veramente bella. Penso poi al sostegno del pubblico durante i momenti più difficili della stagione, come l’infortunio. Non potrò dimenticare la partita contro Schio, quando sono rientrata sul parquet, e il pubblico mi ha dedicato un lunghissimo applauso”.
È stato il momento più bello? O ce ne sono stati altri?
“No, c’è tanto altro. Quell’episodio coincide anche con la fase più brutta, perché venivo da un infortunio. Però non potrò mai dimenticare il momento in cui sono stata chiamata da coach Sacchi per entrare sul parquet e la gente ha iniziato ad applaudire, nonostante la partita andasse avanti. Mi viene ancora la pelle d’oca adesso. Poi l’anno della promozione, con Broni “trasferita” a Castel San Pietro, la coppa Italia in casa: il momento più bello della mia carriera”.
Sarai ancora il capitano. Un ruolo speciale per una giocatrice. Quali sono le tue sensazioni?
“Ringrazio la società e l’allenatore per questo ruolo. Mi faccio carico delle responsabilità e di tutto quello che comporta. Sono felice e orgogliosa, perché siamo un bel gruppo, siamo attorniate da una società che crede in noi. Sono felice di continuare questo sogno con Broni”.
Diciamo qualcosa sulla prima new entry, Spreafico. La conosci, che impressione ti ha fatto?
“È un’ottima giocatrice e la squadra deve esaltare le sue doti. Mi è capitato di vedere qualche suo allenamento quando giocava a Parma, è micidiale al tiro, se messa in striscia ha delle percentuali pazzesche. Poi ha un bagaglio di esperienza, ha giocato in squadre importanti. Infine è una ragazza tranquilla, in questo senso è stata fatta un’altra scelta giusta”.
Secondo te Broni dove può arrivare?
“Abbiamo le carte in regola per fare bene. Dobbiamo raggiungere gli obiettivi, abbiamo le idee chiare su come questa squadra si dovrà esprimere. Da agosto lavoreremo duro”.
Ti sei scusata con i tifosi perché non hai potuto partecipare al Viking day. Quanto contano e conteranno i tifosi per te e le tue compagne?
“Sono i numeri uno del campionato italiano, sfido a trovare altre realtà come questa, perché ci sono sempre. Mi viene già la pelle d’oca su cosa possa accadere a Torino per l’opening day: se erano così tanti a Ragusa, chissà a Torino. Mi sono scusata di non poter andare alla loro festa, perché ci tenevo a portare il saluto dell’intera squadra”.